martedì 16 dicembre 2014
mercoledì 10 dicembre 2014
John Mayall - Turning Point (1969)
John Mayall è stato negli anni '60 con i suoi Bluesbreakers uno dei punti di riferimento dell' "english blues”, importantissimo trampolino di lancio per artisti come Eric Clapton, Mick Taylor, Larry Taylor, Peter Green.
Con il fido bassista Steve Thompson e l’assunzione di Johnny Almond al sassofono e al flauto e il semi-sconosciuto Jon Mark alla chitarra acustica, senza nessun batterista e strumento elettrico, il gruppo registra nell'estate del '69 al Fillmore East di New York.
Forse il suo capolavoro, un perfetto connubio tra il blues più sofisticato e quello ruspante, per la prima volta soltanto composizioni originali del gruppo; più libertà strutturale ai brani, con grande apporto dei fiati.
Con il fido bassista Steve Thompson e l’assunzione di Johnny Almond al sassofono e al flauto e il semi-sconosciuto Jon Mark alla chitarra acustica, senza nessun batterista e strumento elettrico, il gruppo registra nell'estate del '69 al Fillmore East di New York.
Forse il suo capolavoro, un perfetto connubio tra il blues più sofisticato e quello ruspante, per la prima volta soltanto composizioni originali del gruppo; più libertà strutturale ai brani, con grande apporto dei fiati.
Mark-Almond I (1971)
Nel 1970 Jon Mark, raffinato chitarrista acustico e cantante e Johnny Almond, sax alto, tenore e flauto, lasciano i Bluesbreakers di John Mayall con il quale avevano realizzato due albums, l'introspettivo "Empty Rooms" e lo strepitoso live "The Turning Point" per formare la propria band, la Mark-Almond Band, con altri due ottimi musicisti inglesi: il tastierista Tommy Eyre e il bassista Roger Sutton.
Nel 1971 realizzano l'omonimo album di esordio: due facciate ricche di tonalità morbide, soffuse e jazzate, dominate dalla voce calda e profonda di Jon Mark contrappuntata dai misurati interventi di Johnny Almond e di Tommy Eyre. Il disco è stupendo, epocale e farà scuola anche se oggi è in gran parte dimenticato, ma raramente il rock aveva toccato vertici di tale profondità introspettiva. martedì 9 dicembre 2014
Perfect Beings (2014)
A inizio febbraio, i Perfect Beings quintetto di Los Angeles, hanno pubblicato il loro album d'esordio omonimo. Si dimostrano ottimi ed intelligenti strumentisti, un songwriting di pregevolissima fattura, melodie ariose che ricordano i Beatles e passaggi tecnici che rimandano ai Genesis, Yes e Steven Wilson, il tutto amalgamato con grande personalità.
Steven Wilson - Hand. Cannot. Erase. - terzo video
Copertina e tracklist del nuovo album di Steven Wilson, Hand. Cannot. Erase. in uscita il 27 febbraio in Germania e il 3 marzo nel resto del mondo.
1. First Regret (2.01)
2. 3 Years Older (10.18)
3. Hand Cannot Erase (4.13)
4. Perfect Life (4.43)
5. Routine (8.58)
6. Home Invasion (6.24)
7. Regret #9 (5.00)
8. Transience (2.43)
9. Ancestral (13.30)
10. Happy Returns (6.00)
11. Ascendant Here On…(1.54)
Cover photography - Lasse Hoile
sabato 29 novembre 2014
Athene Noctua - Others (2014)
Others, album d’esordio degli Athene Noctua, quintetto strumentale alle prese con prog, post-rock e jazz rock, registrato e mixato completamente in analogico, nel Luglio 2013.
venerdì 28 novembre 2014
Junkfood - Transience (2011)
L'esordio del quartetto bolognese è tutto giocato sulla continua contrapposizione tra improvvisazione e scrittura, libertà individuale e lavoro di gruppo. Un percorso musicale fatto di momenti di leggera meditazione spezzati da pesanti ed angosciose aggressioni.
giovedì 27 novembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
Eugenio Finardi - Diesel (1977)
Dopo due album, Finardi nel 1977 raggiunge con "Diesel" la massima ispirazione.
Realizzato con alcuni musicisti degli Area (a cui si devono le influenze prog-jazz del disco) Patrizio Fariselli - tastiera, Paolo Tofani - chitarra, Ares Tavolazzi - basso elettrico, oltre ad Alberto Camerini - chitarra, Walter Calloni - batteria, Claudio Pascoli - sax, arr. fiati, Doriano Beltrame - tromba, Marco Pellacani - trombone.
Realizzato con alcuni musicisti degli Area (a cui si devono le influenze prog-jazz del disco) Patrizio Fariselli - tastiera, Paolo Tofani - chitarra, Ares Tavolazzi - basso elettrico, oltre ad Alberto Camerini - chitarra, Walter Calloni - batteria, Claudio Pascoli - sax, arr. fiati, Doriano Beltrame - tromba, Marco Pellacani - trombone.
Eugenio Finardi - Sugo (1976)
Eugenio Finardi ha prodotto degli ottimi album rock con influenze prog e jazz-rock, molto lontani dal tipico stile di molti cantautori italiani degli anni '70.
Dopo aver firmato un contratto con la Cramps, nel 1975 l'album d'esordio Non gettate alcun oggetto dai finestrini, che vede la partecipazione di alcuni noti musicisti come Hugh Bullen, Walter Calloni (poi con la PFM alla fine degli anni '70), Lucio Fabbri; l'album contiene alcuni lunghi ed elaborati brani come Se solo avessi e La storia della mente.
Nel 1976 esce Sugo che contiene il singolo Musica ribelle, una sorta di inno storico nel periodo della contestazione giovanile e studentesca degli anni 70.
All'album collaborano alcuni Area, Patrizio Fariselli - tastiera, Paolo Tofani - chitarra, Ares Tavolazzi - basso elettrico, e Alberto Camerini - chitarra, Lucio Fabbri - violino, chitarra, pianoforte, cori, Hugh Bullen - basso elettrico, Walter Calloni - batteria.
Dopo aver firmato un contratto con la Cramps, nel 1975 l'album d'esordio Non gettate alcun oggetto dai finestrini, che vede la partecipazione di alcuni noti musicisti come Hugh Bullen, Walter Calloni (poi con la PFM alla fine degli anni '70), Lucio Fabbri; l'album contiene alcuni lunghi ed elaborati brani come Se solo avessi e La storia della mente.
Nel 1976 esce Sugo che contiene il singolo Musica ribelle, una sorta di inno storico nel periodo della contestazione giovanile e studentesca degli anni 70.
All'album collaborano alcuni Area, Patrizio Fariselli - tastiera, Paolo Tofani - chitarra, Ares Tavolazzi - basso elettrico, e Alberto Camerini - chitarra, Lucio Fabbri - violino, chitarra, pianoforte, cori, Hugh Bullen - basso elettrico, Walter Calloni - batteria.
martedì 25 novembre 2014
sabato 25 gennaio 2014
Fabio Zuffanti - La quarta vittima (2014)
Il musicista genovese a capo di numerose band e progetti (Finisterre, Höstsonaten, La Zona, La Maschera di Cera per citarne alcune) torna sulle scene con il suo nuovo disco solista dal titolo La Quarta Vittima.
Il caleidoscopio sonoro varia tra momenti puramente progressive di grande ispirazione e passaggi jazz e fusion con qualche accenno funk e divagazioni zappiane, tracciando nuovamente un cammino poliedrico e ricco di contenuti.
domenica 12 gennaio 2014
Freddie Hubbard - Red Clay (1970)
Album fondamentale del trombettista Freddie Hubbard come leader, che utilizza tutti i suoi punti di forza come compositore, solista e frontman. Le cinque composizioni di Hubbard, in compagnia di colossi come il tenor sassofonista Joe Henderson, il pianista Herbie Hancock, il bassista Ron Carter e il batterista Lenny White, combinano un glorioso passato hard-bop con le innovazioni del jazz fusion.
Berserk! (2013)
Uno degli album più interessanti del 2013 ma anche di questi ultimi anni.
C’è qualcosa di ancestrale e sinistramente ipnotico in questo lavoro, di difficile classificazione e che si sviluppa seguendo trame di Free Jazz, Jazz avanguardistico, Fusion, visioni mutuate dal rock progressivo d’opposizione o da una certa psichedelia di stampo floydiano, memorie di Brian Eno e del Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, attimi di agghiacciante malinconia, spiazzanti momenti vicini al Trip Hop.
Ottimo il lavoro del sempre più eclettico trombonista barese Gianluca Petrella, che non fa sentire la mancanza di una chitarra solista, e l'apporto (anche se limitato) del pianista Fabrizio Puglisi che ricordo con i grandissimi Deus Ex Machina.
Miroslav Vitous - Infinite Search (1970)
Deve essere stata una sfida per il giovane bassista guidare un gruppo del genere al suo album di debutto: John McLaughlin, Herbie Hancock, Joe Henderson, e Jack DeJohnette.
Questo gruppo rivaleggiava con le migliori band di jazz-rock dell'epoca.Registrato un anno dopo lo storico Bitches Brew; l'anno successivo Vitous iniziò un periodo di collaborazione con l'innovativo Weather Report.
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