Jazz Abstractions è un album capolavoro di quel genere definito Third Stream, cioè una sintesi di musica classica e jazz. All'inizio degli anni '60 il pianista John Lewis (Modern Jazz Quartet), insieme al compositore newyorkese Gunther Schuller, teorico del Third Stream, decise di organizzare un rivoluzionario progetto di jazz orchestrale, condividendo la composizione e gli arrangiamenti con il chitarrista Jim Hall. Tra i solchi dell'album si respira un'aria decisamente avanguardista, il furore del primo free jazz e le dissonanze delle avanguardie artistiche contemporanee.
Alcuni hanno visto in quest'album il contraltare orchestrale di Free Jazz di Ornette Coleman, che solo l'anno precedente aveva scatenato polemiche all'interno della critica jazz. In effetti a queste sessions partecipano alcuni musicisti che troviamo in Free Jazz (lo stesso Coleman, ma anche i geniali Eric Dolphy e Scott LaFaro).
L'album ruota intorno a sette variazioni di due classici del nuovo jazz: Django dal repertorio del Modern Jazz Quartet (dall'omonimo capolavoro del 1955) e Criss Cross di Monk.
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