venerdì 31 luglio 2015
giovedì 30 luglio 2015
mercoledì 29 luglio 2015
martedì 28 luglio 2015
Deus Ex Machina - Deus Ex Machina (1992)
Nel
1992 danno prova del bisogno di spingersi oltre i risultati ottenuti
verso direzioni sempre diverse con il secondo lavoro Deus Ex
Machina. Con questo disco la formazione raggiunge vertici
raramente toccati dalla musica rock, unendo alla maestria esecutiva,
una ricchezza compositiva ed espressiva che li riconferma come una
delle realtà più interessanti del prog (e non solo).
Le peculiarità che avevano caratterizzato il primo lavoro sono state sviluppate e valorizzate attraverso un maggiore studio ed una migliore attenzione per gli arrangiamenti, ora molto più curati. Certe asprezze che comparivano nella precedente opera sono state corrette, ed il suono, pur mantenendo l'aspetto emotivo, si è fatto più maturo, più ricercato, a tratti più melodico. I nove brani sono costruiti con brevi frammenti che s'incastrano magistralmente, denotando un modo d'intendere la musica vicino a certo free jazz, con il tema principale del brano più volte ripreso ed abbandonato.
Le peculiarità che avevano caratterizzato il primo lavoro sono state sviluppate e valorizzate attraverso un maggiore studio ed una migliore attenzione per gli arrangiamenti, ora molto più curati. Certe asprezze che comparivano nella precedente opera sono state corrette, ed il suono, pur mantenendo l'aspetto emotivo, si è fatto più maturo, più ricercato, a tratti più melodico. I nove brani sono costruiti con brevi frammenti che s'incastrano magistralmente, denotando un modo d'intendere la musica vicino a certo free jazz, con il tema principale del brano più volte ripreso ed abbandonato.
Abbondano
i tempi complessi (ottima la prova del nuovo batterista Claudio
Trotta), grandi aperture strumentali, con chitarra, tastiere e
violino di volta in volta protagonisti, e vocali, con il gruppo che
dimostra una non comune perizia tecnica.
Alberto Piras, uno dei più dotati cantanti della scena prog (non solo) italiana (e non), accentua gli equilibrismi vocali e conferma la sua scelta di esprimersi nella lingua latina (tranne in Cor mio cantata in italiano).
Tutti i brani sono di ottimo livello: Ad montem dove un violino ci introduce in misteriose atmosfere portando il brano a svilupparsi in crescendo con un notevole lavoro ritmico e lasciando grande spazio alle improvvisazioni. Vacuum apre le porte ad un hard rock impreziosito da spunti violinistici, M.A. è un gioiellino acustico, mentre Hostis si dirama verso contaminazioni prog, hard e jazz rock in una varietà di stili che lo rende di una genialità unica. In Cor mio e Si tu bene valeas ego bene valeo Piras riesce a modulare la sua voce in maniera eccellente. I restanti brani rimangono su coordinate simili, avvolgendoci in suoni ora melodici, ora irruenti, dove la fantasia e la creatività musicale arrivano all'apice della genialità.
Alberto Piras, uno dei più dotati cantanti della scena prog (non solo) italiana (e non), accentua gli equilibrismi vocali e conferma la sua scelta di esprimersi nella lingua latina (tranne in Cor mio cantata in italiano).
Tutti i brani sono di ottimo livello: Ad montem dove un violino ci introduce in misteriose atmosfere portando il brano a svilupparsi in crescendo con un notevole lavoro ritmico e lasciando grande spazio alle improvvisazioni. Vacuum apre le porte ad un hard rock impreziosito da spunti violinistici, M.A. è un gioiellino acustico, mentre Hostis si dirama verso contaminazioni prog, hard e jazz rock in una varietà di stili che lo rende di una genialità unica. In Cor mio e Si tu bene valeas ego bene valeo Piras riesce a modulare la sua voce in maniera eccellente. I restanti brani rimangono su coordinate simili, avvolgendoci in suoni ora melodici, ora irruenti, dove la fantasia e la creatività musicale arrivano all'apice della genialità.
Deus Ex Machina - Gladium Caeli (1991)
I
Deus Ex Machina prendono vita nel 1985, in risposta al panorama
musicale internazionale e soprattutto nazionale. Alberto Piras voci,
Maurizio Collina alla chitarra, Luigi Ricciardello alle tastiere,
Alessandro Bonetti al violino, Alessandro Porreca al basso e Marco
Matteuzzi alla batteria. Fin dall'inizio la formazione bolognese ha
tracciato una strada ricca di soluzioni originali che la poneva al di
fuori dei luoghi comuni presenti nel rock. La scelta del latino
rappresenta una delle loro peculiarità più appariscenti, viene
motivata dal gruppo non come snobismo, ma come l'esigenza di una
lingua che unisca la semplicità fonetica delle lingue tronche
mantenendo la melodia e l'estrema ricchezza delle lingue piane come
l'italiano. Musicalmente il gruppo si appoggia a qualsiasi
riferimento di stile, cercando di applicare ad un linguaggio
prettamente rock tutto ciò che può giovare ad espandere i
contenuti. A tal fine il gruppo s'impegna sempre a curare
minuziosamente la propria tecnica compositivo-strumentale, per
appropriarsi del maggior numero di linguaggi musicali possibili.
É
solo nel 1991 che i Deus Ex Machina arrivano alla loro prima prova
discografica con Gladium
Caeli,
trasposizione su cd dell'omonima opera rock scritta dal gruppo
bolognese negli anni precedenti e rappresentata in teatro. Si tratta
di un lungo concept e la registrazione in soli due giorni,
praticamente live, ha lasciato intatto il potenziale espressivo della
band; colpisce il suo potente impatto sonoro e l'enorme
professionalità ed originalità del gruppo che non ha eguali nel
panorama progressive (e non solo): tecnica strumentale sopraffina ed
una varietà di stili tutti proposti con lucidità e fantasia. Il
gruppo riesce a spaziare dagli Emerson Lake and Palmer, agli Area, agli High Tide,
ma non manca una base hard con richiami ai Led Zeppelin, Deep Purple
e Uriah Heep. Siamo lontanissimi da un certo tipo di prog
romantico;
c'è un continuo alternarsi di momenti molto sostenuti con grandi
assoli di chitarra, sconvolgenti incroci chitarra-violino sorretti da
una sezione ritmica in bella evidenza con la batteria quasi
costantemente impegnata in tempi complessi, ed improvvise aperture
liriche, in una miscela non immediatamente accessibile ma di sicuro
fascino. Il magnetico cantante Alberto Piras, sorta d'incrocio tra
Stratos e Di Giacomo, Byron e Gillan, irrompe sulle note
dell'iniziale Expergi
con molta padronanza, ma tutti i musicisti possiedono doti non
indifferenti che permettono loro di reggere un tour de force come
Arbor,
16 minuti di follia tenuti in piedi da un filo logico e senza la
benché minima dispersione, con un inizio acustico ed una parte
cantata da brividi. La sinfonica title-track è un tributo alla
fantasia, mentre Ignis
ab caelo
rievoca la migliore PFM.
Se
progressive
vuol dire prima di tutto ricerca, i Deus Ex Machina raggiungono la
perfezione pur senza abbandonare certi stilemi.
Qui c'è il passato, il presente e il futuro della Musica; si può gridare al miracolo perché il miglior gruppo degli ultimi anni ce l'abbiamo in casa.
Qui c'è il passato, il presente e il futuro della Musica; si può gridare al miracolo perché il miglior gruppo degli ultimi anni ce l'abbiamo in casa.
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