Gli Anekdoten accettarono la sfida, senza pensare se fosse o meno possibile dar vita ad un nuovo "Vemod"; scelsero di riprendere il discorso da dove l'avevano interrotto, cercando di correggere le imperfezioni. La musica è ancora più oscura (i VDGG insegnano), più dissonante che in passato, più sospesa, visionaria, a tratti quasi psichedelica, ma con un gusto musicale e melodico più moderno.
Il basso di Jan Erik Liljeström s'innalza sopra il muro sonoro eretto dagli altri strumenti (tra i quali il mellotron); ritornano i momenti d'introspezione giocati sul cello di Anna Sofi Dahlberg (ai quali però è stata sottratta una buona dose di spazio).
Il basso di Jan Erik Liljeström s'innalza sopra il muro sonoro eretto dagli altri strumenti (tra i quali il mellotron); ritornano i momenti d'introspezione giocati sul cello di Anna Sofi Dahlberg (ai quali però è stata sottratta una buona dose di spazio).
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